Filippo Melis sarà ospite della nostra Associazione domenica 22 ottobre alle ore 18.30. Presenterà due sue opere poetiche di recente pubblicazione.
LVTVM (Memoriæ).
Raccoglie sessantatré poesie dedicate alla strage del Vajont. Lutum in latino significa fango, melma. In senso figurato, vuol dire uomo abbietto, essere miserabile.
L’enorme distesa di fango che occupa la piana di Longarone è una delle immagini più ricorrenti della strage. E proprio da quel fango sembrano essere spuntate come per mistero le bestie umane che si accaniscono come belve sui superstiti e sopravvissuti annientati dal dolore.
Il sottotitolo memoriae allude ai ricordi terribili dei momenti successivi all’ecatombe ma anche a quelli dei soprusi e delle angherie a noi temporalmente più vicini.
Prefazione di Aldo Colonnello.
AQUA (Non ci sarà la morte)
E’ dedicata alla strage del Vajont del 9 ottobre 1963.
“L’“Aqua” di cui parlo ha un nome femminile dolce e terribile. Le radici di questo libro risalgono al 2009 in seguito alla visione del film di Renzo Martinelli “Vajont: la diga del disonore” che mi ha colpito e turbato profondamente. Collegavo erroneamente il Vajont ad una disgrazia naturale. Ho scoperto che i veri responsabili della strage erano stati gli uomini, resi ciechi dalla loro cupidigia e dall’hybris, quella tracotanza contro cui si scagliava Sofocle nel suo capolavoro Antigone. Ho provato subito empatia nei riguardi delle vittime, ma anche rabbia, sgomento e indignazione e le lacrime di quel dolore antico che provavo sulla pelle viva mi hanno fatto capire come in realtà questo lutto lo avessi sempre avuto dentro e che da quel momento la mia missione fosse quella di parlarne in modo da perpetuare ed esercitare la memoria. Il libellus è diviso in due parti. La prima è composta da trentacinque poemi. I primi trentatré sono dedicati ai luoghi in cui quel maledetto 9 ottobre 1963 si abbatté l’onda funesta che causò la morte di circa duemila innocenti. I restanti due hanno come tema principale rispettivamente il ciclone che ha colpito la Sardegna nel novembre del 2013 e causato la morte di sedici innocenti; e tutte le altre stragi e disgrazie legate all’acqua che hanno causato negli ultimi tempi morti innocenti e disastri immani sia in terra sarda che in altre regioni. Queste ultime due poesie parlano, dunque, anche se in termini non esclusivi, del rapporto di amore e odio della mia terra con la protagonista di questo libercolo. Anche da noi, purtroppo, come in moltissimi altri luoghi, l’acqua ha portato gioia e distruzione. Come appendice alla prima parte, ho aggiunto dieci traduzioni mie di poemi di autori a me molto cari di lingua spagnola, polacca e portoghese in cui l’acqua è ritratta come un elemento benigno e portatore o dispensatore di amore. Alcune di queste poesie vedono per la prima volta la luce in lingua italiana. Nella seconda parte del libro, intitolata Testimonianze, sono stati inseriti i ricordi, i pensieri e le opinioni di alcune vittime e di altre persone che, pur non avendo preso parte direttamente alla strage, hanno a cuore la storia della valle del Vajont e dei suoi abitanti e lo hanno dimostrato nel corso degli anni con il loro impegno personale e professionale.”
prefazione della giornalista Lucia Vastano.
Biografia: Possiamo definire Filippo Melis un sardo cittadino del mondo, vive e lavora fuori dalla Sardegna ma ritorna nella sua terra, che definisce “l’isola del vento”, almeno quattro volte all’anno.