Cambierò il deserto in un lago d’acqua, la terra arida in sorgenti. Pianterò cedri nel deserto, acacie, mirti e ulivi…(Isaia 41, 18, 19)
Il mirto (Myrtus Communis L.) è una pianta sempreverde della famiglia delle Myrtaceae, che comprende circa 100 generi e 3000 specie diffuse nelle regioni temperate, tropicali e subtropicali. Chiamato comunemente mortella, è un arbusto non spinoso, dal portamento cespuglioso, che raggiunge facilmente i 2 mt d’altezza ed ha foglie coriacee e persistenti di un verde brillante, di forma ovate o ovato-lanceolate e dal margine intero. Quando vengono spezzate, le foglie di questo arbusto emettono una gradevole fragranza somigliante a quella dell’arancio, che è dovuta alla presenza del mirtenolo, un olio dotato di proprietà balsamiche.
I frutti sono bacche globoso-ovoidali di colore nero-azzurrastro, rosso-scuro o più raramente biancastre, con numerosi semi reniformi. Maturano da novembre a gennaio persistendo per un lungo periodo sulla pianta.
In Sardegna e in Corsica è un comunissimo arbusto della macchia mediterranea bassa, tipica delle associazioni fitoclimatiche xerofile dell’Oleo-ceratonion. Meno frequente è invece la presenza del mirto nella macchia alta.
Il mirto è una pianta rustica, si adatta abbastanza ai terreni poveri e siccitosi ma trae vantaggio sia dagli apporti idrici estivi sia dalla disponibilità d’azoto manifestando in condizioni favorevoli uno spiccato rigoglio vegetativo e un’abbondante produzione di fiori e frutti. Vegeta preferibilmente nei suoli a reazione acida o neutra, in particolare quelli a matrice granitica, mentre soffre i terreni a matrice calcarea.
Il Mirto come liquore è ottenuto dalla macerazione delle bacche con alcool e il siero ottenuto dall’ebollizione di acqua e zucchero opportunamente dosato.
Comunemente usato a fine pasto, è abitudine offrirlo ai clienti nei ristoranti.
Viene anche utilzzato come ornamento sulla carne di maiale macellata e successivamente quando viene arrostito allo spiedo.