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Il primo Maggio tra sacro e profano, festa dei lavoratori o S.Efisio?
Il 1 Maggio alle ore 12,30, il nostro circolo come ogni anno organizza la Grigliata di Primavera, nei pressi di Zero Branco, a pochi kilometri da Treviso, in un bellissimo posto con prato, laghetto e annesso chalet con caminetto usufruibile in caso di maltempo.
Saremo in tanti a quest’appuntamento, un’occasione per stare in allegria e assaporare cibi squisiti grigliati o allo spiedo con sapiente maestria dei nostri amici e soci.
Cosa si mangerà? Come primo un piatto di Mallordeddus, la pasta di grano duro molto apprezzata dai sardi e non solo, condita con sugo di pomodoro e pezzetti di salsiccia sarda.
Per secondo ci saranno vari tipi di arrosti di carne e l’immancabile maialetto sardo
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contorno a base di insalata fresca e verdure, vino Cannonau, acqua e bibite.
Per chiudere in dolcezza i tipici dolci sardi: amareti, gueffus, pirikittus, pabassinos.
caffè e Mirto
Siete invitati, per organizzarci meglio è necessario prenotarsi chiamando al numero 0422 210131 oppure al 349 199 4948.
Sono rimasti pochi posti, ti aspettiamo!
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Un pò di notizie sul primo Maggio
La festa del 1 Maggio ricorda le battaglie operaie, in particolare quelle volte alla conquista di un diritto ben preciso: l’orario di lavoro quotidiano fissato in otto ore (in Italia con il r.d.l. n. 692/1923). Tali battaglie portarono alla promulgazione di una legge che fu approvata nel 1867 (USA). La Prima Internazionale richiese poi che legislazioni simili fossero introdotte anche in Europa.
La sua origine risale a una manifestazione organizzata a New York il 5 settembre 1882 dai Knights of Labor, un’associazione fondata nel 1869. Due anni dopo, nel 1884, in un’analoga manifestazione i Knights of Labor approvarono una risoluzione affinché l’evento avesse una cadenza annuale. Altre organizzazioni sindacali affiliate all’Internazionale dei lavoratori – vicine ai movimenti socialisti ed anarchici – suggerirono come data della festività il primo maggio.
L’allora presidente Grover Cleveland ritenne che la festa del primo maggio avrebbe potuto costituire un’opportunità per commemorare questi episodi. Successivamente, temendo che la commemorazione potesse risultare troppo a favore del nascente socialismo, stornò l’oggetto della festività sull’antica organizzazione dei Cavalieri del lavoro. Pochi giorni dopo il sacrificio dei Martiri di Chicago, i lavoratori di Chicago tennero un’imponente manifestazione di lutto, a prova che le idee socialiste non erano affatto morte.
La data del primo maggio fu adottata in Canada nel 1894 sebbene il concetto di festa del lavoro sia in questo caso riferito a precedenti marce di lavoratori tenute a Toronto e Ottawa nel 1872.
In Europa la festività del primo maggio fu ufficializzata dai delegati socialisti della Seconda Internazionale riuniti a Parigi nel 1889 e ratificata in Italia due anni dopo. La rivista La Rivendicazione, pubblicata a Forlì, cominciava così l’articolo Pel primo Maggio, uscito il 26 aprile 1890: “Il primo maggio è come parola magica che corre di bocca in bocca, che rallegra gli animi di tutti i lavoratori del mondo, è parola d’ordine che si scambia fra quanti si interessano al proprio miglioramento”.
Il 1º maggio 1955 papa Pio XII istituì la festa di San Giuseppe lavoratore, perché tale data potesse essere condivisa a pieno titolo anche dai lavoratori cattolici
Efisio (Elia in Antiochia, III secolo – Nora, 15 gennaio 303) è stato un martire cristiano sotto Diocleziano, venerato come santo dalla Chiesa cattolica. Il suo culto è molto diffuso in Sardegna, l’isola dove subì il martirio.
Nacque ad Elia, alle porte di Antiochia in Asia minore, intorno alla metà del III secolo da madre pagana e padre cristiano. Fu arruolato tra le truppe di Diocleziano per combattere i cristiani, ma durante il viaggio verso l’Italia si convertì al cristianesimo.
Secondo una leggenda devozionale, durante una notte gli sarebbe apparsa una croce che splendeva fra le nuvole: mentre contemplava questo strano fenomeno, avrebbe udito una voce misteriosa dal cielo che gli rimproverava il fatto di essere persecutore dei cristiani e, per questo, gli veniva preannunziato il suo martirio.
Inviato in Sardegna per difendere gli interessi dell’Impero romano, fu accusato di infedeltà ed egli stesso rivelò a Diocleziano di essersi convertito alla fede cristiana. Venne imprigionato, torturato e messo a morte sul patibolo di Nora il 15 gennaio 303.
Efisio viene venerato in particolare a Cagliari, nella chiesa stampacina a lui intitolata, e a Pula, nella chiesetta romanica costruita sulla spiaggia di Nora dove, secondo la tradizione, il santo subì il martirio per decapitazione.