Tra le attività culturali programmate in Associazione ricordiamo, il 2 aprile 2017 alle ore 18.30: Eleonora d’Arborea. Vita e storia di una Giudicessa.
La Prof.ssa Luciana Chìttero condurrà una conferenza su questo straordinario personaggio che divenne Giudicessa, resse il Giudicato di Arborea per circa un ventennio e che aggiornò la famosa Carta de Logu già promulgata da suo padre Mariano IV; si tratta di una raccolta di regole e leggi che garantirono la pace e l’ordine nel Giudicato sia in quel periodo che successivamente, fino al 1827.
Eleonora o Elianora d’Arborea era nata a Molins de Rei (Catalogna, Spagna) presumibilmente nel 1347 e morta ad Arborea forse nel 1404. La storia la ricorda soprattutto per aver aggiornato ed applicato la Carta de Logu, promulgata da suo padre Mariano IV e rivisitata da suo fratello Ugone III. La Carta de Logu continuò ad essere applicata dopo di lei in quasi tutta l’isola anche dagli Aragonesi, dominatori della Sardegna dopo il periodo dei giudicati durato circa quattro secoli. La normativa rimase in vigore fino alla sostituzione col codice di Carlo Felice il 16 aprile 1827.
Il significato simbolico attribuito alla figura e alla reggenza di Eleonora è evidenziato dal fatto che il Giudicato di Arborea fu l’ultimo Stato sardo autoctono ad essere ceduto a regnanti esterni all’isola. Nell’isola vi erano altri tre giudicati: Càlari, Torres e Gallura.
Figlia di Mariano IV dei Bas-Serra e di Timbora di Roccaberti, sorella di Ugone e di Beatrice, visse i primi anni della sua giovinezza ad Oristano e nel castello del Gocéano.
Nel 1383 l’inatteso assassinio del fratello Ugone pose urgenti problemi di successione aggravando peraltro un clima di crisi dovuto ad attriti con gli aragonesi e al malcontento serpeggiante tra le classi dei proprietari e dei mercanti a causa all’atteggiamento autoritario e vessatorio nei loro confronti da parte di Ugone III.
In questa situazione di incertezza, Eleonora, prese contatti con il Re d’Aragona per far riconoscesse il proprio figlio Federico come legittimo successore di Ugone ma senza successo, non si perse d’animo e decise di adottare la sua natura combattiva autoproclamandosi giudicessa di Arborea secondo l’antico diritto regio sardo, in base al quale le donne potevano succedere al loro padre o fratello.
La nuova giudicessa, dunque, si riallacciò direttamente all’esperienza del padre, abbandonando definitivamente la politica autoritaria del fratello Ugone, garantì la difesa della sovranità e dei confini territoriali del giudicato e attuò un’opera di riordino e di sistemazione definitiva degli ordinamenti e degli istituti giuridici locali. Le leggi di cui la Carta De Logu era costituita garantirono la pace e l’ordine nel tempo e nel futuro.
Dopo essere riuscita a completare il progetto del padre di riunire quasi tutta l’isola sotto il suo scettro di giudicessa reggente, ricacciò le truppe aragonesi ai margini dell’isola (in alcune località lungo la costa), vide crollare il suo progetto in seguito a un’imprevedibile incognita, la peste, che praticamente consegnò la Sardegna agli aragonesi senza combattere.
Secondo la tradizione la giudicessa morì, intorno al 1404, forse di peste in un luogo imprecisato, non si hanno notizie certe neanche su dove sia sepolta.