Associazione Culturale “Circolo Amicizia Sarda”
Con il Patrocinio del Comune di Treviso.
Auditorium Museo Santa Caterina
18 dic. 2016 ore 18.00
Piazzetta Botter, 1 – Treviso
Prof. Gaetano Ranieri
Prof. Raimondo Zucca
Programma:
17.30/17.50 afflusso del pubblico e sistemazione.
18.00/19.15 conferenza,
19.15/19.45 dibattito,
20.00 scambio di auguri con rinfresco presso la Sede Sociale Via J. Bernardi, 14 – Treviso.
Grazie ad un ritrovamento casuale da parte di un contadino che arava il proprio campo, 40 anni fa, venne ritrovata la testa di una statua.
Aveva una foggia inusuale: occhi circolari a doppio cerchiello, naso diritto e bocca ridotta ad una semplice incisione.
Il campo dove venne ritrovato è nella penisola del Sinis in Sardegna presso Cabras (OR).
Il fatto avvenne incredibilmente nello stesso mese e nello stesso anno in cui un contadino cinese, con le stese modalità, trovò la prima statua di terracotta di Xi’an (marzo 1974).
Nei successivi 5 anni furono eseguiti scavi regolari, furono scavate 44 tombe coperte da lastroni di arenaria e disposte accanto a una strada pavimentata.
In una discarica parallela furono trovati 6 Betili la cui altezza variabile da 1 m. a 1,45 m. era forse indicativa dell’importanza della persona sepolta, 6 modelli di nuraghe e 5.178 frammenti di statue di calcare con cui dopo un restauro alquanto difficile e lungo vennero ricostruite molte statue rappresentanti Arcieri, Guerrieri e soprattutto Pugilatori.
Analisi condotte sui resti umani e sui pochi oggetti ritrovati datano le tombe della necropoli tra il IX e l’VIII secolo a.C.
La ricchezza e la finezza dei trovati comunque mostrano che si tratta di un ritrovamento eccezionale, di sculture artistiche ritenute le più antiche del Mediterraneo occidentale.
Trincee e Pozzetti esplorativi eseguiti nel 1979 nelle varie direzioni attorno alla necropoli, fecero ritenere conclusa la necropoli stessa. Ma…
Gaetano Ranieri, 71 anni, sardo di adozione, ingegnere minerario, già Ordinario di Geofisica Applicata dal 1987, professa, come incaricato esterno, la disciplina DIAGNOSTICA dei SUOLI e delle COSTRUZIONI presso il corso di Studi in Architettura della Facoltà di Ingegneria e Architettura di Cagliari.
Coordinatore dei primi cicli di dottorato in Ingegneria Geologico-Ambientale, direttore dei primi corsi al mondo di Master internazionali sulla Conservazione dei beni Ambientali e sulla Difesa del Suolo.
Ha operato in molti Paesi guidando Team in Europa, Africa, USA e Sud America, applicando spesso metodi innovativi, non distruttivi, originali, brevettati e a volte pioneristici.
Le sensazionali scoperte di nuove statue e di nuove sculture nell’area archeologica di Monte e’ Prama sono state presentate all’Accademia dei Lincei, e ai più importanti congressi internazionali sia di Geofisica che di Archeologia riscuotendo grandi successi e l’attribuzione di prestigiosi premi.
E’ autore di circa 300 pubblicazioni.
Raimondo Zucca è Professore Ordinario di storia romana presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Sassari, archeologo. Tra le innumerevoli attività è anche protagonista della grande scoperta nel Sinis, a Mont’e Prama dove ha contribuito a riportare alla luce “I Giganti”.
Archeologia Fenicio Punica, Etruscologia, storia e archeologia dell’Africa Romana, del Mediterraneo Antico… sono solo alcune della sua attività di insegnamento. È’ inoltre Direttore museale dell’Antiquarium Arborense di Oristano, degli scavi archeologici di Tharros-Terme di Convento Vecchio e Necropoli di Capo San Marco, Othoca, Neapolis, Forum Traiani-Martyrium Luxurii, Marrubiu-Praetorium di Muru de Bangius in Sardegna e di diversi siti archeologici in Africa.
I reperti, conosciuti anche come Giganti di Mont’e Prama (Sos Zigantes de Mont’e Prama) in sardo, sono sculture nuragiche a tutto tondo. Spezzate in numerosi frammenti.
L’altezza delle statue varia tra i 2 e i 2,5 metri.
Tra i 5.178 frammenti rinvenuti ci sono 15 teste, 27 busti, 176 frammenti di braccia, 143 frammenti di gambe, 784 frammenti di scudo. Tutto il materiale è custodito nei magazzini del Museo Archeologico Nazionale di Cagliari. Le sculture ricomposte sono risultate in totale trentotto: cinque arcieri, quattro guerrieri, sedici pugilatori, tredici modelli di nuraghe. |